MILANO – Ancora poche ore e poi, finalmente, anche il massimo campionato di pallanuoto prenderà il via. La “corazzata” Recco che vuole rendere storico il suo record di vittorie, la rincorsa alle Final Six, la lotta per evitare la retrocessione sono solo alcuni degli aspetti che terranno banco da questo fine settimana.
Prima che si abbassi la bandiera a scacchi, era giusto lasciare la parola a Sandro Campagna, il Commissario Tecnico della nazionale italiana, ben disponibile a parlare di pallanuoto a poche ore dal “via”.
Coach, campionato dall’esito già scritto?
“Se guardiamo le squadre sulla carta – commenta Campagna – Recco appare ancora una “corazzata invincibile”, forse ancora più forte che nel recente passato, se prendiamo i giocatori uno ad uno. Ma io voglio spronare le altre squadre a crederci, a provarci, a non scendere in vasca pensando che il risultato sia già definito”.
Cosa che ha cercato di fare Brescia?
“Società che stimo molto e che meritatamente e meritevolmente occupa un posto ai massimi vertici della pallanuoto italiana. Bovo è un ottimo tecnico e quest’anno ha a disposizione una squadra con la panchina più lunga e fisicamente molto forte. Credo che infastidire Recco sia nelle corde di questo club”.
Andando avanti?
“La Sport Management è giovane e va vista in prospettiva. Credo che un posto alle Final Six non glielo tolga nessuno. Dal quarto posto in poi invece – sottolinea il CT del “Settebello”- ci sarà grande equilibrio: tutto è possibile, a totale beneficio dell’interesse del campionato”.
Che, a quanto pare, non avrà l’audience che merita…
“Rilievo che condivido. E non mi si venga a dire che è colpa del Recco. E’ un alibi. Preferisco essere di sprone ai club. Ogni partita di pallanuoto ospitata nella piscina di casa, deve diventare un evento. Bisogna trovare ogni strada possibile per promuoverla, per attirare persone in piscina. Penso – dice Campagna – agli sport americani: la gente non va negli impianti solo per vedere l’evento sportivo. Chi organizza, propone anche momenti di intrattenimento. Ecco, la strada da seguire è questa. Anche perché – specifica il nostro interlocutore – portare gente in piscina innesca quel “circolo vizioso” che a me piace tanto: tanta gente, maggior interesse dei giornali, sponsor che si avvicinano, più mezzi a disposizione delle società, e via discorrendo”.
Non bisognerebbe anche rendere più godibile la partita?
“La pallanuoto è storicamente questa. In ambito internazionale stanno studiando degli accorgimenti per rendere il nostro sport più veloce e dinamico. Ripeto, punterei maggiormente su tutto quello che gira attorno alla partita”.
Sarebbe utile la tanto chiacchierata e mai istituita Lega delle società?
“Se porta sponsor, spazi televisivi e gente in piscina è la benvenuta. Mi permetto di fare un rilievo: la Federazione e gli organismi internazionali come Len e Fina hanno imposto dei criteri che però i nostri club faticano a rispettare, facendosi trovare impreparate. Non vedo la volontà di dedicare parte del budget a disposizione per quelle iniziative di comunicazione, merchandising e quant’altro che cambierebbero le carte in tavola”.
Già, ma c’è la crisi…
“Facile nascondersi dietro questo concetto. La pallanuoto si trova nell’identica situazione di tutte quelle discipline sportive che faticano ad avere visibilità. L’attività della nazionale è il chiaro esempio della “mission” che ogni società deve fare propria: quando giochiamo c’è interesse, ci sono spazi televisivi perché sappiamo creare l’evento, sappiamo toccare il tasto giusto: la pallanuoto è uno sport che sa regalare forti emozioni”.
Se poi ci fossero anche impianti dedicati alla pallanuoto…
“Rendiamoci conto che un impianto porta in scia costi di gestione altissimi. Prendiamo ad esempio le spese di riscaldamento, per noi essenziali. Una piscina, rispetto ad un palazzetto, ha un budget di spesa più alto di circa 300.000 euro. Fossi presidente di un club, invece, investirei soprattutto sull’illuminazione. Spesso giochiamo con scarsa luce. Anche per questo le riprese televisive lasciano un po’ il tempo che trovano, almeno nel campionato italiano”.
Da ultimo: cosa darà il campionato alla nazionale?
“Giocatori pronti agli impegni internazionali. Gli azzurri arrivano soprattutto da Pro Recco, Brescia e Sport Management, club che, tra Serie A, Coppa e Champions giocheranno una trentina di partite “toste”, di alto livello. Per il sottoscritto – conclude Sandro Campagna – è un ottimo punto di partenza”.