Il presidente di Coni Lombardia, Marco Riva, esulta: «I risultati dimostrano quanto sia “essenziale” lo sport. Il cammino verso Parigi 2024 è cominciato. Orgoglioso del grande patrimonio che la Lombardia garantisce all’Italia»
MILANO – La gioia per i trionfi dello sport italiano e la soddisfazione di essere al timone della regione che ha regalato all’Italia indimenticabili emozioni.
Sono giorni di grande orgoglio per Marco Riva, il presidente di Coni Lombardia che ben volentieri interrompe per qualche minuto le meritatissime vacanze. Del resto, se l’argomento della chiacchierata è la storica spedizione azzurra alle Olimpiadi di Tokyo, due parole si fanno volentieri.
«Quaranta medaglie in diciannove specialità diverse – sottolinea Marco Riva – rappresentano un risultato eccezionale. Quasi quasi mi spiace che i Giochi Olimpici siano finiti: gioire ogni giorno per una grande impresa è una di quelle “abitudini” alle quali non rinunceresti mai…».
Il personalissimo bilancio del presidente regionale del Coni parte: «dai timori, giustificati, che riempivano le nostre giornate prima che si alzasse il sipario su Tokyo 2020. Tante incognite, tecniche, organizzative, logistiche e sanitarie alle quali era impossibile dare una risposta. A conti fatti – dichiara Marco Riva – al di là dei risultati, le Olimpiadi giapponesi vanno in archivio come l’evento che ha segnato la vittoria dello sport e degli atleti, encomiabili per come hanno vissuto ogni minuto della loro esperienza».
Bottino eccellente per l’Italia…
«E’ un risultato che dà il senso della profondità dello sport italiano. Primeggiare in diciannove discipline diverse non è un dato banale. Tutt’altro. Ma aggiungo altri due aspetti molto importanti».
Ovvero?
«Il primo è legato all’alto numero di piazzamenti rilevanti ottenuti. Diverse volte l’Italia ha “accarezzato” il podio senza salirci, ma dando un chiaro, ed evidente, segnale di competitività che non deve passare inosservato. Legato a ciò, voglio gettare lo sguardo in avanti: premetto che certi straordinari risultati probabilmente saranno difficili da ripetere, ma aggiungo che lo sport italiano ha già iniziato l’operazione “Parigi 2024”, ben consapevole che la strada tracciata è quella corretta. Anche per le discipline sportive che hanno un po’ deluso a Tokyo ma che certamente si riproporranno ai massimi livelli».
Tanta roba, se si pensa al particolare momento…
«Le Olimpiadi di Tokyo – sottolinea Marco Riva, togliendosi un sassolino dalla scarpa – hanno dato l’ulteriore dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, che lo sport è una attività “essenziale”. Le istituzioni devono assolutamente tenerne conto, d’ora in poi, nel caso in cui ci siano provvedimenti restrittivi da attuare. Ogni medaglia, ogni record, ogni prestazione dell’Italia a Tokyo è nata dall’attività svolta, a livello territoriale, da quelle associazioni sportive che meritano il massimo rispetto. Il successo di ogni atleta, di ogni squadra – dice con voce ferma il presidente lombardo del Coni – è la vittoria di tutto lo sport italiano».
A proposito di sport di squadra: ben poche le soddisfazioni avute…
«E’ vero, ma sono risultati legati al momento e che meritano la giusta analisi. L’Italbasket, ad esempio, è andata ben oltre le attese, ricreando entusiasmo oltretutto con una squadra giovane e futuribile. Il “Settebello” della pallanuoto ha perso con la Serbia, squadra che ha poi dominato sino a conquistare il titolo olimpico. E’ un ciclo che si apre e che saprà regalare soddisfazioni, Setterosa compreso. Gruppi futuribili sono anche quelli della pallavolo, sia maschile che femminile, squadre che hanno sbagliato una sola partita in tutta l’Olimpiade, proprio per quella dose di inesperienza che ora hanno acquisito e metteranno a buon frutto».
Orgoglioso di essere il presidente della Lombardia?
«Assolutamente sì. Tutti i “nostri” atleti mi hanno regalato grandi emozioni. E’ facile pensare a Jacobs e al quartetto della 4×100, ma, senza voler mancare di rispetto a nessuno, penso anche a Boari, Nespoli, al canottaggio, ai ragazzi del ciclismo. Mi ha fatto molto piacere vedere il presidente nazionale Cordiano Dagnoni esultare per la strepitosa medaglia d’oro dell’inseguimento».
Cosa la soddisfa maggiormente, al di là del singolo risultato?
«Sapere che la Lombardia garantisce, allo sport italiano, tecnici di livello assoluto. Antonio La Torre nell’atletica, Marco Villa nel ciclismo su pista, Oreste Perri nel canottaggio, Emanuela Maccarani nella ritmica sono dei veri punti di riferimento per il movimento nazionale. Un bagaglio di competenza, di esperienza e di mentalità che nasce dal territorio ed è ora patrimonio per lo sport italiano. Possiamo guardare con grande fiducia ai prossimi grandi appuntamenti internazionali, con vista su Parigi 2024».
In tutto ciò che ruolo spetta al Coni?
«Un ruolo centrale. Partendo dall’organizzazione di ogni singola federazione, che potrà contare su alcuni “modelli” vincenti, tutti “made in Italy” e che potranno essere ben replicati. Ma, soprattutto, ponendosi come punto di riferimento per tutte le istituzioni. A loro spetta solo un compito – conclude Marco Riva – avere massima fiducia nel Coni per portare l’Italia dello sport ad un livello tecnico ed organizzativo da far invidia al mondo intero».