E’ questo il concetto comune espresso da alcune delle religiose che hanno aderito al progetto della nascente squadra di calcio
I conti tornano… Tutti i buoni propositi espressi da Moreno Buccianti a “Valore Sportivo” quando ha presentato il progetto di creare il Sister Football Team, squadra di calcio composta da suore e religiose, sono confermati dalle dirette interessate. Un giro di telefonate proficuo, soprattutto perché ha permesso di capire la necessità, espressa dalle religiose contattate, di tornare a recitare quell’importante ruolo che viene loro storicamente riconosciuto.
«L’idea di creare una squadra è una bella opportunità per noi suore e religiose, che avremo così modo di condividere esperienze, confrontarci, stringere amicizie, allargare i nostri orizzonti. In secondo luogo, giocare di squadra ci permetterà di avvicinare in modo più diretto il mondo dei giovani, dando loro una prospettiva nuova dalla quale avvicinarsi a noi. Sarà bello metterci letteralmente in gioco per riagganciare il mondo giovanile».
Parole e musica di Suor Ornella Maggioni, rhodense ed interista doc, che è stata indicata da Moreno Buccianti come l’ideale “direttore sportivo” della squadra: «A prescindere dal ruolo, voglio aiutare Moreno Buccianti a mettere in campo la squadra. Ci vorrà tempo e pazienza, ma sono fiduciosa . Ho trovato disponibilità ed entusiasmo da parte delle sorelle cui ho presentato il progetto. Un passo alla volta, ma state sicuri: arriverà il giorno in cui il Sister Football Team scenderà in campo».
Suor Simona Santoro avrebbe probabilmente preferito palleggiare con una palla a spicchi, vista la sua grande passione per il basket e per la squadra di Capo d’Orlando in primis: «Ma ho accolto con entusiasmo l’invito di far parte dell’iniziativa legata alla squadra di calcio. Dio ispira sempre la gente competente e sono convinta che la squadra nasce per Suo volere. Noi non abbiamo chiesto nulla, ma siamo state cercate per creare un progetto valido sotto ogni punto di vista. Un progetto grazie al quale dimostreremo che non siamo “fantasmi”. Purtroppo, il bene non fa mai rumore e, quindi, il nostro ruolo passa in secondo piano. Facendo rete tra di noi, però, possiamo far capire che ci siamo e che ci interessa parlare alla gente. Ai giovani soprattutto. Ho accettato pensando all’opportunità di favorire il rilancio degli oratori e delle scuole, grazie anche alla pratica sportiva e al calcio in particolare. Quando questo momento finirà e potremo voltare pagina, dovremo essere pronti con proposte che sappiano coinvolgere. Quel giorno – sorride Suor Simona – anche avere un pallone tra i piedi, sarà il modo per parlare alla gente».
Se Moreno Buccianti ha pensato con insistenza alla creazione del Sister Football Team, buona parte del merito va ascritto a Suor Daniela Cancilla. Fu vedendola giocare che si accese la lampadina del vulcanico selezionatore: «Eravamo a Ostia per un evento benefico – racconta Suor Daniela – e Moreno mi chiese di giocare. Invito che raccolsi perché a me il calcio è sempre piaciuto. Quando mi ha chiamato nelle scorse settimane presentandomi il progetto, ho aderito molto volentieri. Far parte della squadra sarà un buon motivo per mettere a confronto le reciproche esperienze di chi parteciperà. E’ complicato avere momenti di incontro, tra noi religiose, perché gli impegni si moltiplicano. Ritrovarci, ci permetterà di condividere ulteriormente gli obiettivi della squadra: tutto nasce dal calcio, perché non esiste persona che, almeno una volta nella sua vita, abbia avuto un pallone tra i piedi. Sarà il punto di partenza per contribuire a riportare i giovani in oratorio e far capir loro che possono contare su di noi».
Vicentina, interista, Suor Annika Fabbian è una grande appassionata di calcio, disciplina che ha praticato: «Anche se ho giocato soprattutto a cinque. In campo preferisco ricoprire il ruolo di attaccante. Lo stesso che vorrei avere anche nello sviluppo del progetto che mi è stato presentato. Progetto che ho condiviso con entusiasmo e che spero possa avere la crescita che auspico, pur considerando che ciascuna di noi ha impegni pastorali che vanno messi in primo piano. Sono due gli aspetti che voglio sottolineare. Il primo è l’opportunità di condividere l’iniziativa con altre sorelle. Ci capita raramente di poter essere insieme. Avere momenti di confronto sulle nostre esperienze darà nuovo impulso a tutte, ne sono sicura. Il secondo aspetto è riferito agli obiettivi della squadra: avvicinare i giovani, far riscoprire luoghi di aggregazione come dovrebbe essere e com’è stato l’oratorio sono due punti cardine della nostra quotidianità. Raggiungerli grazie al calcio, che è una delle mie passioni, renderà tutto ancora più bello».