Campione imbattuto nelle discipline di combattimento, Bruno Danovaro, genovese trapiantato da una vita a Milano, a 52 anni si rimette in gioco alla scoperta di nuove frontiere: il gravel e la spada medioevale
MILANO – Ha l’entusiasmo e la curiosità che, solitamente, si hanno a vent’anni, quando il mondo è una quotidiana scoperta. In realtà, Bruno Danovaro non ha solo la testa che pensa come un giovincello. La sua longevità atletica è oggetto di studio, perché all’alba dei 52 anni, il suo fisico esprime valori che non sono certo quelli riportati sulla sua carta d’identità: «A volte i giudizi dei medici sorprendono anche me, lo ammetto – dice il poliedrico atleta nato a Genova, legatissimo alla Liguria ma trapiantato a Milano da molto tempo – ma se guardo indietro, vedo ripagati tutti i sacrifici e le scelte che ho fatto negli anni. Il concetto secondo il quale è necessario “vivere da atleta”, non è banale. Ho puntato molto su questo: ho messo passione in ogni situazione provata, ho messo impegno in ogni allenamento svolto, ho preferito lo sport “pulito”, combattendo tutti quelli che vogliono fare i furbetti. E poi – sorride – c’è quello spirito competitivo che è mio fedele compagno di viaggio da sempre».
Non sono parole al vento (e non è nemmeno un atto di arroganza), quelle pronunciate da Danovaro: è salito alla ribalta con la pesistica, è passato al judo, è salito sul ring praticando diversi sport di combattimento ed arrivando al record, tutt’ora aperto, di oltre cento match consecutivi senza sconfitte, ha montato tori nei rodei, ha praticato il calcio storico fiorentino, si è allenato con squadre di Serie A di football americano e rugby. Si è anche cimentato nel canottaggio. Si è anche tolto la soddisfazione di salire su un palcoscenico per interpretare un musical ed è andato su tutti i giornali perché, mentre tornava a casa dopo aver consegnato pasti ad anziani che non potevano uscire di casa durante la prima pandemia, alcuni malviventi hanno provato a sbarrargli la strada e sono finiti in ospedale…
Nell’ultimo periodo, dopo aver affinato le sue doti tennistiche dovendo presenziare ad alcuni match benefici, Bruno Danovaro ha “scoperto” nuove frontiere: la corsa a piedi su distanze “importanti”, il gravel e la spada medioevale: «Mi sono avvicinato a queste discipline quasi per gioco – racconta – ed ho scoperto quali grandi valori si celano dietro gesti atletici che possono sembrare banali ma non lo sono. Sia nella corsa a piedi che nelle prove di gravel, occorre avere una grande conoscenza di sé stessi. La gestione dello sforzo, la concentrazione e quella inevitabile dose di coraggio (spesso, nel gravel, ci si ritrova a gareggiare di notte…) mi hanno arricchito come sportivo e soprattutto come persona».
E la spada medioevale?
«Allenamenti intensi al termine dei quali c’è un senso di fatica ma, allo stesso tempo, un appagamento che raramente avevo provato. Praticare spada medioevale – sottolinea Bruno Danovaro – ha rafforzato in me un concetto che vorrei condividere con tutti, in primis con i giovani del nostro tempo: lo sport è uno stile di vita, anche se ultimamente i nostri governanti ci stanno facendo pensare il contrario. Praticare sport, non importa quale, va a braccetto con tanti valori che impreziosiscono la vita quotidiana. E’ vero, la mia storia è ricca di momenti legati allo sport praticato in ambiti professionistici, ma quello è un altro aspetto – spiega Danovaro – legato all’ambizione di mettersi costantemente in gioco, alzando l’asticella. Ci sono però altri modi di essere sportivi. Qualcuno mi dice che a 52 anni dovrei darmi una calmata. Io preferisco “rispondere” a mio modo: sorriso sulle labbra, tre allenamenti al giorno, tutti i giorni della settimana, e testa rivolta al prossimo traguardo da raggiungere. Tutto questo consultando professionisti, in ambito tecnico, atletico e medico. Sacrificio, costanza, entusiasmo, passione, altruismo, rispetto delle regole e degli altri: lo sport – conclude Bruno Danovaro – è tutto quello che serve per essere una bella persona. Ed io voglio esserlo ancora per un bel po’ di tempo».
Nella foto: Bruno Danovaro, 52 anni ma un fisico da far invidia…