L’allenatore della Pallanuoto Trieste e Direttore della Scuola Nazionale PNI parla ai giovani giocatori: «Non si molla un centimetro: facciamo squadra e rispettiamo le regole, noi siamo abitiuati ad essere così»
NOVATE MILANESE – «Ragazzi, qui non si molla di un centimetro. La situazione va affrontata a testa alta, come siamo soliti fare noi della pallanuoto. Facciamo squadra e, soprattutto, teniamo alti il morale e la passione per il nostro sport».
Parole e musica di Daniele Bettini, apprezzato Direttore della Scuola Nazionale PallanuotoItalia, giunto in soccorso della miriade di giocatori di ogni età, il cui sogno di tornare in piscina per disputare partite di Campionato ha avuto, ancora una volta, le ali tarpate dall’emergenza sanitaria.
«Mi rendo conto che il momento non è facile – prosegue Bettini – ma il punto di partenza dev’essere la certezza che tutto passerà. In questo momento specifico non ci sono certezze sui tempi e sui modi, ma torneremo a tuffarci in piscina e, quel giorno, dovremo riversare in acqua la voglia di giocare che stiamo covando in questo periodo di attesa».
Quale deve essere, quindi, la chiave di lettura?
«Deve prevalere la legge del buon senso. Sono giorni complicati non solo per gli sportivi, ma anche per le famiglie, per i lavoratori… L’obiettivo va messo a fuoco sulla tutela della salute. Ci sono delle regole da seguire e noi sportivi dobbiamo dare l’esempio, perché rispettare le regole è, da sempre, uno dei nostri pregi».
Ha qualche consiglio da dare agli allenatori?
«Uno soltanto: “sfruttate” la tecnologia. Adesso che gli impianti sono chiusi, dico agli allenatori di non perdere nessuna occasione per tenere vivo l’interesse verso la pallanuoto: video chiamate, messaggi, qualche lezione on line. Date libero sfogo alla fantasia. E’ una buona occasione – suggerisce Daniele Bettini – perché i giovani atleti conoscano la storia della pallanuoto. Cercate su you tube le partite che hanno fatto la storia del nostro sport e suggeritele ai vostri ragazzi».
Qual è la sua partita preferita?
«La finale olimpica di Barcellona ‘92. E’ il perfetto riassunto di come dobbiamo affrontare il periodo attuale. L’Italia era in vasca contro tutto e contro tutti, in un ambiente ostile. Eppure con coraggio, caparbietà, tenacia, dopo due emozionanti tempi supplementari, vinse una medaglia d’oro che ha fatto la storia».
Coach, con lei vorremmo tanto parlare della “sua” Trieste e di campionato…
«A Trieste siamo pronti già da due mesi, ma – sorride Bettini – mi sa che il motore va surriscaldandosi… Per due volte dovevamo esordire ma non è stato possibile al punto che non non abbiamo ancora giocato una partita. E’ lo specchio di una situazione ben precisa: il nostro è un movimento che ha la necessità di ripartire, perché le società stanno vivendo su equilibri molto delicati: altissimi costi di gestione a fronte di risorse ai minimi storici. Sull’altro lato della medaglia però – prosegue – va tenuta presente il complicato aspetto sanitario. Noi siamo super controllati, facciamo tamponi ogni tre giorni ma, purtroppo, non possiamo sentirci esclusi dall’essere positivi e contagiati».
La sua opinione?
«Ho una sola ed insindacabile opinione: voglio giocare… Ma in questo specifico periodo i rischi sono troppo elevati. Forse – conclude Daniele Bettini – darsi appuntamento ad inizio 2021 non sarebbe così sbagliato».