Gaetano Del Giudice: «Nonostante il periodo complicato abbiamo coinvolto 145 atleti nei tre settori. Proporre sport giovanile d’eccellenza ha una valenza tecnica e sociale»
TREVIGLIO – «Che l’acqua si tinga nero azzurro e sulle ali dell’Aquila voli la Dea della Vittoria». Un pensiero che ricorda epiche vicende di altri tempi, ma che è quantomai attuale. E’ il motto che accompagna, nel quotidiano, tutti coloro che, dallo scorso mese di settembre, non perdono occasione per dar forza ad una iniziativa sportiva inarrestabile anche davanti al delicatissimo periodo attuale: il Progetto Dea.
In prima fila, come i tutti i “capitani veri” c’è Gaetano Del Giudice. Non un qualunque uomo di sport, ma un ex Campione del Mondo, pronto a tutto pur di vedere assurgere, ai livelli che le competono, la sua amatissima disciplina sportiva: la pallanuoto.
Accogliendo l’invito della Project Sport, Gaetano Del Giudice ha fatto una scelta di vita perché convinto della bontà del Progetto Dea: «Non si commetta l’errore – afferma – di identificare il Progetto Dea con la pallanuoto. Da settembre ad oggi, nonostante mesi così complessi da gestire, abbiamo dato vita ad un movimento sportivo che, nei tre settori pallanuoto, nuoto e sincronizzato, coinvolge 145 atleti, tutti tesserati FIN, seguiti da uno staff di nove allenatori. Scusate se è poco…».
Lei, oltre a coordinare l’intero progetto, si occupa nello specifico della pallanuoto. Un primo bilancio?
«Decisamente positivo. Siamo ancora in fase di decollo, ma grazie alla diretta collaborazione della Lega Dilettanti PallanuotoItalia, alleno un gruppo di venti giovani pallanotisti che partecipano con incredibile costanza e tanto entusiasmo, sedute tecnico-tattiche che stiamo programmando, senza interruzioni, dallo scorso mese di aprile. Abbiamo cambiato i programmi in corsa, per i noti motivi legati all’emergenza sanitaria, ma il cuore del Progetto Dea non ha mai smesso di battere forte. Ci adeguiamo agli orari disponibili alla piscina di Treviglio e ci alleniamo in una vasca convertibile che non è proprio il “campo di gioco” ideale. Ma sapete cosa vi dico? La cosa più importante – aggiunge Gaetano Del Giudice – era riportare i ragazzi in vasca».
All’appello è mancata solo la partecipazione ad un campionato…
«E’ stata una mia precisa scelta. Quando abbiamo visto lo sviluppo del campionato federale Under 14 (in tutto una manciata di partite da due tempi ciascuno in tutto ndr) ho pensato che fosse sbagliato buttare allo sbaraglio un gruppo di ragazzi che, invece, ha bisogno di lavorare tanto in vasca. A settembre, auspicando che l’attività giovanile riparta, ci faremo trovare pronti per esordire nel nostro primo campionato. L’intenzione è quella di presentarci di sicuro ad una categoria, l’Under 14, ma “strizzando l’occhio” anche a Under 12 e Under 16».
Quindi il progetto continua a crescere…
«Assolutamente sì. Continuerò personalmente a visionare ragazzi che giocano nelle squadre affiliate a PallanuotoItalia e seguirò con molta attenzione l’ottimo lavoro che Valerio Vecchione svilupperà con la Waterpolo Treviglio, altra realtà pallanotistica giovanile che, come tutte le altre legate a PNI, ci permetterà di consolidare le squadre di Dea Pallanuoto. Mi piace sottolineare – prosegue Gaetano Del Giudice – che tra il gruppo Dea e quello di Waterpolo Treviglio, sfioriamo il 90% di giovani giocatori provenienti dal territorio. Un senso di appartenenza che continueremo a sviluppare, perché crediamo sia un punto cardinale del progetto».
Quali le strade?
«Come Dea, affiancheremo due iniziative che saranno molto importanti per avvicinare altri ragazzi al nostro progetto. Il Summer Camp che PallanuotoItalia organizzerà nel mese di luglio e il Camp estivo multi sport che la Project proporrà al Centro Sportivo Quadri. Non ce ne staremo con le mani in mano nemmeno un secondo – ribadisce Gaetano Del Giudice – lavorando su più fronti: continueremo le sedute di allenamento a Treviglio e parteciperemo, direttamente, ad ogni iniziativa che ci permetterà di far passare lo stesso messaggio che ci accompagna da settembre, e che è quantomai attuale: proporre sport giovanile puntando all’eccellenza, nello staff, nei programmi e nell’ambiente, ha una valenza tecnica e sociale: è il miglior supporto che possiamo dare a ragazzi e ragazze».