Il tennis è stato lo sport che, durante tutta la pandemia, non si è mai arreso e non ha mai smesso di interpretare il ruolo “sociale” che la disciplina sportiva porta con sé.
Venerdì, a un anno e mezzo dai primi casi di Coronavirus, inizia a Genova il primo torneo organizzato dal Tennis Club Pegli presieduto da Andrea Arena.
Presidente, possiamo definirlo un messaggio di speranza, di ripartenza?
«Sì, proprio così. Vediamo questo torneo come un segnale di normalità. C’è voglia di tornata a vivere lo sport in maniera normale, c’è voglia di giocare e di stare insieme. Lo sport, d’altra parte, è proprio questo».
Come ha vissuto il suo Circolo questo ultimo anno e mezzo?
«Chiaramente con grande sofferenza per quello che è capitato. Per il tennis in generale, però, è stato un anno importante. Pensate che parliamo dell’unico sport rimasto sempre operativo e attivo. Questa condizione ha avvicinato tantissimo ragazzi a questo sport. Prima, in molti, consideravano solamente il calcio mentre nell’ultimo periodo, in molti circoli, si è registrato un incremento d’iscritti in tutte le fasce d’età. Certo anche gli ultimi grandi exploit del professionismo italiano hanno aiutato non poco».
Il coronavirus ha cambiato molto il modo di intendere lo sport. Ha cambiato anche il tennis?
«Sì. È diventato uno sport più accessibile, prima era considerato molto più elitario. Adesso anche due amici prenotano per giocare. Il circolo dev’essere vivo e vissuto tutti i giorni; si gioca, si sta insieme. Lo spirito sociale è sempre più vivo. Al Tennis Club Pegli, insieme con il vice presidente Giuseppe Ville e i consiglieri (Stefano Gagliano, Federico Melchionna, Bruno Marazzini, ndr) cerchiamo di trasmettere proprio questo messaggio».
Quale sarà il futuro del tennis?
«Io credo che questo slancio sia destinato a continuare. Una passione viva, credo che sia uno sport in continua evoluzione e destinato a crescere».
E del prossimo torne cosa ci dice?
«Abbiamo raggiunto 230 iscritti e sono destinati a crescere. Sono numeri da record».
È un grande segnale per tutto lo sport, non solo per il tennis.
«La mia idea di presidente è proprio questa, il tennis deve tornare a essere un esempio e deve essere vissuto nei circoli. La visione sociale è necessaria. Lo spirito del circolo deve tornare a essere quello di qualche anno fa. La mia idea, e quella del consiglio, è quella di riportare i soci a vivere i circoli».
Il prossimo torneo però è solo l’antipasto di una grande stagione per il tennis ligure e italiano. non è vero?
«Sì, proprio vero. Tra fine giugno e inizio luglio va in scena l’Open di Pegli, con un montepremi davvero alto (6 mila euro, ndr). È motivo di orgoglio non solo perché si tratta di uno dei più alti in Liguria bensì perché vedremo un altissimo livello sportivo che porterà grandi campioni a Genova insieme con importanti iniziative al di fuori del campo».
Ma. Sac.