Ha danzato, pattinando sopra otto rotelle, sul palcoscenico più importante della musica italiana: quello del teatro Ariston di Sanremo.
Paola Fraschini, genovese di 36 anni, è colei che – indiscutibilmente – ha stregato il Festival e tutti i suoi appassionati. Grande artista e grande atleta – dal 2017 fa parte del Cast del Cirque du Soleil – ha collezionato in una luminosa carriera, fino a questo punto ben sette medaglie d’oro ai Campionati Mondiali di pattinaggio a rotelle.
Italiana, genovese e cittadina del mondo che ha portato l’Italia sul gradino più alto del podio in tutto il pianeta come Portimao, brasilia, Auckland, Taipei e Reus.
Paola, come sta?
“Bene (ride, ndr)”.
Com’è andata?
“Bene, un’emozione davvero”.
In tutta Italia si parla praticamente solo di lei…
“Addirittura. Sei troppo gentile. Grazie. Guarda, lo confesso, mi godo questo momento e questa risonanza che non ho mai avuto. Cerco di diffondere quello che è il messaggio”.
E fa bene a goderselo. Qual è il suo messaggio?
“Credere nei propri sogni. Non è mai facile ma amore e passione aprono porte inaspettate. Spero sia un buon messaggio per tutti”.
Lo è. A Sanremo non dev’essere stato facile. O forse sì?
“Non è stato facile per niente. Da un punto di vista tecnico il palco dell’Ariston è piccolo e scivoloso. Per niente facile”.
Beh, per lei non è stata certamente la prima volta sul grande palcoscenico.
“Sì è vero però è stata la prima volta sopra un palco così importante come quello dell’Ariston di Sanremo”.
Per il suo sport è stata una grande vetrina…
“Assolutamente sì. Sono proprio contenta di aver portato il pattinaggio fuori dalle piste. Mi sento un po’ come la rappresentante di quei campioni e di quelle campionesse ai quali il successo non viene riconosciuto e, credimi, lo meriterebbero. Il pattinaggio è uno sport bellissimo e può essere portato come uno show vero e proprio fuori dalla piste”.
Cosa manca al pattinaggio per diventare disciplina olimpica?
“Io questo non lo so. Ha tutte le caratteristiche per diventare uno sport olimpico e sarebbe bellissimo per tutto il movimento e per tutti gli atleti. Avremo finalmente il riconoscimento che ci meritiamo. Senza considerare che pattinaggio su ghiaccio è già disciplina olimpica”.
Torniamo all’Ariston. Com’è stato?
“È stata un’esperienza incredibile, mi ha riempita il cuore. E pensare che l’8 marzo del 2020 ho tenuto l’ultimo spettacolo con il Cirque du Soleil, era un anno che non performavo. Questa esperienza mi ha fatto rifiorire dopo questo periodo buio per noi artisti e noi atleti”.
Colapesce e Di Martino?
“Lavorare con Colapesce e Di Martino è stato bellissimo. Mi hanno accolta nel team e mi hanno fatto sentire a mio agio. La canzone, io sarò di parte, è bellissima e anche se non ha vinto arriverà lontano alla lunga distanza, non ho dubbi”.
Gli allenamenti, durante questo periodo difficile, come procedono?
“Non è facile gestire il tutto. Ce la stiamo cavando bene però. Ho provato ad allenarmi senza pattini”.
Un’ultima domanda. Ho letto che vuol fare salire Zlatan Ibrahimovic sui pattini. È vero?
“L’ho incontrato dietro le quinte ma con il Covid non abbiamo potuto parlare granché”.
Lo farà salire sui pattini?
“Ibra sui pattini? Ci dobbiamo lavorare”.
Ma. Sac.