NOVATE MILANESE – Succede che la Canottieri Lazio rinuncia all’allenatore Marco Birri per mancanza di risorse economiche. Oppure che a Napoli e provincia, e non solo per l’ondata di maltempo, diverse strutture (Scandone, Scampia, Monfalcone, Repubblica Marinare e Collana) sono parzialmente o totalmente chiuse.
O ancora che a Legnano, quattromila persone dovranno aspettare sino al nuovo anno prima di rimettere piede nella piscina comunale, dovendo perciò cercarsi un’altra sede per nuotare o giocare a pallanuoto. Per non parlare dei ragazzi della Como Nuoto che, pur in una stagione fredda e umida, sono costretti ad allenarsi all’aperto.
In un ultimo mese decisamente “turbolento”, il mondo della pallanuoto ad ogni livello, da Nord a Sud, ha portato a galla situazioni di estremo disagio.
Ed ogni volta che Alessandro De Tursi, il presidente della Lega Dilettanti PallanuotoItalia, viene messo al corrente di quello che succede, è come se prendesse un pugno nello stomaco, tale e tanta è la sua riconosciuta passione per la disciplina sportiva tra le più medagliate d’Italia.
“Da quando la Lega ha mosso i primi passi – racconta De Tursi – ci siamo imposti di operare ogni giorno affinché la pallanuoto potesse avere la dignità che merita. Abbiamo perciò introdotto un modello economico ed organizzativo tale da mettere ogni addetto ai lavori nella miglior condizione per poter giocare a pallanuoto”.
I riscontri sembrano essere positivi…
“Confermo… Non è solo un’impressione. Abbiamo tracciato una strada e su quella ci siamo mossi, in direzione di risultati che potessero essere tangibili. Prenotare degli spazi acqua dove le squadre iscritte giocano le partite di campionato, per esempio, oltre a garantirci una corretta organizzazione dello stesso, rappresenta una fonte di reddito non indifferente per chi gestisce l’impianto”.
E’ l’unico vantaggio per le società?
“Niente affatto… La nostra proposta di pallanuoto – specifica il presidente della Lega Dilettanti PNI – punta al coinvolgimento di imprenditori ai quali possiamo “presentare” un movimento in costante crescita che, ad oggi, muove diverse centinaia di persone. Il coinvolgimento dei partner e la loro fidelizzazione ci permette di avere un ritorno economico del quale beneficiano le società stesse”.
Nel vostro vocabolario la parola “formazione” è scritta in grassetto…
“E’ un punto cardinale della nostra attività. Allenatori, giocatori, dirigenti ed arbitri possono contare su incontri di aggiornamento che hanno lo scopo principale di alzare l’asticella della competenza, sia questa tecnico-tattica oppure riferita a norme e regolamenti. Siamo stati tra i primi ad introdurre il verbale on line e la “chiama” dei giocatori con l’utilizzo di un tablet o di uno smartphone. Quanto ai giocatori, la nascita della Scuola Nazionale di Pallanuoto e della Rappresentativa PNI rappresentano due opportunità di conoscere la pallanuoto di alto livello. Il nostro auspicio è che, partendo dai campionati della Lega, molti ragazzi possano, un giorno, indossare la calotta del Settebello o del Setterosa”.
Pallanuoto è anche partita, gol, emozioni…
“Abbiamo cercato di rendere più gradevole il momento agonistico. Le squadre giocano con calotte che richiamano i colori sociali e ciascun giocatore può scegliere un numero che mantiene per sempre, un po’ come succede nel calcio e nel basket. Abbiamo pensato ad una diversa gestione dell’incontro da parte degli arbitri – commenta ancora De Tursi – coinvolgendo 4-5 direttori di gara in modo da ridurre al minimo la possibilità di errore e quindi, di limare del tutto possibili momenti di tensione in vasca e fuori”.
Cosa vede fuori dalla finestra?
“A volte mi faccio la domanda a rovescio – sorride De Tursi – ovvero mi chiedo perché qualcuno non si mette dall’altra parte del vetro e guardi cosa sta facendo la Lega Dilettanti PNI a favore della pallanuoto. Ci sono temi delicati che però non possono più essere procrastinati nel tempo: la gestione degli impianti, la necessità di creare maggior appeal attorno all’evento pallanuoto per solleticare la curiosità dei media, la promozione a livello giovanile sono argomenti importantissimi. Da questo dipende il futuro del nostro sport. Serve un’attenta analisi, serve competenza. Chiarisco subito che la Lega non si pone in contrapposizione a nessuno, mondo federale in primis, ne tanto meno vuole esserne concorrente. Mi rammarica che da ambienti legati alla pallanuoto la Lega venga emarginata perché non dispone dei crismi dell’ufficialità, privilegio che, a quanto pare, spetta solo a chi opera in ambito federale”.
“Ma, mi domando – si interroga De Tursi – cos’è l’ufficialità? E’ una affiliazione? Ebbene la Lega è affiliata alla Libertas, Ente di Promozione Sportiva riconosciuta dal Coni. Se invece conta l’impegno organizzativo, conta il costante desiderio di arricchire la proposta sportiva, conta la ferma intenzione di coinvolgere sempre più imprenditori assicurandosi preziose risorse, conta la passione, quotidiana ed indelebile, che ti fa venire il groppo in gola ogni qualvolta viene calpestata, allora dico a chicchessia che il mio amore per la pallanuoto, così come tutti coloro che condividono con me il progetto della Lega, è più “ufficiale” di qualsiasi altra cosa”.