MILANO – Artisti, alpinisti, uomini: tra Milano, Verona e le Dolomiti si è creato in questi giorni un legame profondo e condiviso. Nello spazio MIFAC di Via Santa Marta 18, nell’ambito del Milano Montagna Fuori Festival 2018, sono stati esposte alcune opere d’arte e idee dal titolo “Nelle terre alte” con il filo conduttore della “Salvaguardia della montagna attraverso l’arte, l’architettura e la roccia”. Gli acquerelli su carta di Riccarda De Eccher raffiguranti solo ed esclusivamente le “sue” montagne, le Dolomiti; le sculture di legno di Gehrard Demetz, alla ricerca di una religione e un’arte sacra veramente inedite e interiori; le fotografie stereoscopiche raccolte e riscoperte da Franco Gaspari, guida alpina di Cortina, portatore di storie risalenti al 1907 e alle salite dolomitiche del re dei Belgi. Una piccola ma significativa esposizione che porta il cuore della gente di montagna nel cuore della città milanese, presentandole tanti modi per non dimenticare e valorizzare.
Insieme infatti alla montagna d’autore raccontata con queste immagini statiche e tridimensionali, nello spazio MIFAC è stata presentata anche un’altra opera che coglierà ancora più in movimento emozione, necessità e filosofia del rapporto tra uomo e montagna: l’imprenditore veronese Sergio Rocca (ma pure scalatore) e la guida alpina Nicola Tondini sono gli autori del film “Non abbiate paura di sognare” che, coinvolgendo anche famosi alpinisti del passato e del presente, quali Rainhold Messner, Cristoph Hainz, Hansjorg Auer, e seguendo, con riprese difficilissime e mozzafiato, la scalata dello stesso Tondini sulla via da lui aperta nella parete ovest della cima Scotoni, vuole riaprire il dibattito sull’approccio alla montagna, raccontando i limiti, gli obiettivi, i metodi per salire verso l’alto, . Un progetto quasi giunto al termine che sarà presentato ufficialmente nel 2019 al Trento Film Festival e si augura di conquistare il pubblico anche internazionale.
“Bisogna entrare nella storia e nella cultura delle montagne” dice Nicola Tondini “bisogna capire che ci si sta muovendo su opere d’arte e che l’alpinismo deve essere un’avventura di cui non si può sapere prima il risultato”. Per la comprensione della salvaguardia delle valli e delle cime alpine si batte da anni anche Sergio Rocca, fondatore del brand 37100, che porta gli acquirenti di case di montagna a conoscere, prima di “firmare il contratto”, tutti gli artigiani che daranno vita e anima ai loro ambienti e mobili. “Progettare case non è difficile” spiega Rocca “noi cerchiamo di dare un’anima alle case, facendo comprare al cliente non un edificio, ma un modo di vivere, permettendo a questi artigiani e alle loro famiglie di non desistere alle difficoltà e portare avanti questo patrimonio sociale e culturale. Il film che stiamo facendo, con il regista Klaus Dell’Orto e altri amici, vuole educare a rispettare la montagna, in modo particolare nello strettissimo rapporto tra essa e l’impossibile”. Una sfida estrema al cospetto dell’onnipotenza tecnologica odierna, ma una sfida umana.
Dall’inviata VS – Francesca Caminada